Quattro giorni di iniziative, incontri e degustazioni per celebrare e difendere i valori del vino italiano, un grande patrimonio del Paese dal punto di vista economico, ambientale, sociale e paesaggistico, oltre che primo ambasciatore dell’Italia a tavola nel mondo. Questo il programma del Vinitaly a Casa Coldiretti. A caratterizzare lo stand, un grande bicchiere con la scritta “Keep calm e bevi vino italiano”, nome anche della campagna presentata da Coldiretti, Filiera Italia e Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi aderente a Confcommercio) per una serie di iniziative congiunte volte a sensibilizzare sull’importanza del bere con consapevolezza, senza però generare allarmismi ingiustificati in caso di consumo moderato di vino.
Una filiera chiave dell’economia nazionale che va difesa dal rischio di guerre commerciali, scatenate dai dazi imposti dal Presidente Usa Donald Trump, ma anche dalle ingiustificate campagne di demonizzazione, rispetto alle quali è necessario che l’Unione Europea pronunci parole chiare. Temi al centro anche degli incontri del Presidente nazionale Coldiretti Ettore Prandini e del Segretario Generale Vincenzo Gesmundo, con i Commissari europei alla Salute Olivér Várhelyi e quello all’Agricoltura Cristophe Hansen, assieme all’Amministratore delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia.
Il nostro settore vitivinicolo va sostenuto - afferma Albano Agabiti Presidente Coldiretti Umbria - ora a maggior regione, viste le minacce delle etichette allarmistiche, con il 79% dei consumatori italiani che dicono di no, ma soprattutto per i risvolti protezionistici dei dazi che penalizzano anche l’export regionale per alcuni milioni di euro, con un possibile calo delle vendite che danneggerà le nostre imprese, incrementando pure il fenomeno dell’italian sounding. Un duro colpo dopo i già difficili anni della pandemia e delle tensioni internazionali dovute alle guerre, che avevano fatto aumentare i costi di produzione. Questa deve essere l’occasione per l’Europa - sottolinea Agabiti - per dialogare con un’unica voce e mettere in campo un piano di rilancio dei settori produttivi, a partire dalla sburocratizzazione, ma anche iniettando nuove risorse. In questo momento diventa fondamentale diversificare i mercati, continuando a scommettere sulla qualità delle nostre eccellenze e su una biodiversità vitivinicola senza pari. Un comparto, quello vitivinicolo umbro, che, con circa 13.000 ettari vitati e oltre 30mln di euro di export nel mondo, esprime al meglio, anche all’estero, l’eccellenza di una filiera che nel tempo ha saputo investire e innovare, per crescere e migliorarsi, a cominciare dalla sostenibilità ambientale e nel rapporto di fiducia con il consumatore.
Serve premiare la qualità del nostro vino - ribadisce il Direttore regionale Coldiretti Mario Rossi - che si fonda sulla distintività e sul legame con i territori di produzione, importanti anche in chiave turistica, visti i numerosi appassionati che si avvicinano a cantine e vigne emblema di tante nostre colline e dell’enogastronomia. Un patrimonio - aggiunge Rossi - che va supportato pure attraverso la digitalizzazione delle nostre vigne sostenendo le tante imprese che hanno già avviato processi in questa direzione. Le nuove tecnologie permettono di ottimizzare l’uso delle risorse, come l’acqua, grazie a centraline meteo collegate a satelliti, e di migliorare l’efficienza delle operazioni grazie all’uso di attrezzature di precision farming. Un altro passo importante verso una viticoltura più sostenibile è poi rappresentato dalle Tea (Tecnologie di Evoluzione Assistita), che consentono di selezionare varietà vegetali più resilienti ai cambiamenti climatici e con un minore impatto ambientale. Il nostro vino - conclude Rossi - è salute, storia, cultura, economia, turismo e tradizione, per questo non ci stancheremo di tutelarlo e promuoverlo in ogni occasione.