17 Aprile 2011
“ORTI URBANI”: UN FENOMENO IN ESPANSIONE

“Gli Orti Urbani rispecchiano al meglio il concetto di un’alimentazione naturale, di qualità, che rispetta il ciclo delle stagioni, in grado di trasferire direttamente i prodotti agricoli dal campo alla tavola”. È quanto ha affermato ieri Alberto Bertinelli, direttore della Coldiretti Umbria, in occasione della presentazione ad Assisi, dell’orto urbano realizzato nel monastero dell’Abbazia benedettina di San Pietro, nell’ambito del Progetto Nazionale Orti Urbani, promosso da Italia Nostra, Coldiretti, Campagna Amica e Anci.
L’interesse per la terra - ha sottolineato Bertinelli - è tornato con forza tra le passioni degli italiani, se è vero che quattro su dieci si dedicano alla cura del verde in giardini, orti o terrazzi. Una società, quella attuale - ha aggiunto Bertinelli - sempre più sensibile nei confronti di un’alimentazione sana e di uno stile di vita fondato sulla qualità, così come verso prodotti coltivati nell’ambiente in cui viviamo, che non devono percorrere grandi distanze prima di finire sulle nostre tavole.
Gli orti urbani - ha spiegato Marino Pilati di Coldiretti Umbria, intervenuto all’incontro di Assisi in qualità di coordinatore del progetto - sono in genere piccoli lotti di terreno, da adibire ad orti e giardinaggio ricreativo, un sistema organizzato di “verde colorato” che associa specie botaniche alimentari ed ornamentali, predisposte in un armonico accostamento di forme e colori, in modo da renderli un luogo di gradevole frequentazione.
Un fenomeno in rapida espansione - ha aggiunto Pilati - che con il progetto di Italia Nostra, Coldiretti, Campagna Amica e Anci, vede coinvolte per il momento dieci realtà italiane, quattro in Umbria, a Foligno, Assisi, Lugnano in Teverina, S. Anatolia di Narco. Esperienze importanti per il loro valore sociale ed educativo, che possono essere estese anche in altre località umbre - ha concluso Pilati - con una nuova prospettiva di intenti, volta a far divenire le aree  “parco culturale” in cui diffondere la cultura degli orti e delle varie attività riconducibili ad essi. Da qui la necessità di difenderne la memoria storica e la loro valenza, come luoghi di aggregazione, di confronto, di educazione ambientale e tutela delle biodiversità, in grado di recuperare vecchie varietà di specie locali, valorizzare il territorio, i prodotti tipici e le tradizioni gastronomiche.