15 Luglio 2011
OLIO DOP UMBRIA, MODIFICA DEL DISCIPLINARE: COLDIRETTI, BENE PER LE AZIENDE IL SUPERAMENTO DI INUTILI VINCOLI

Il superamento di quei vincoli che penalizzavano le imprese olivicole umbre, creando difficoltà operative per la molitura del prodotto, costituisce senz’altro un elemento positivo per la competitività del settore. È quanto afferma Coldiretti Umbria, in riferimento alla pubblica audizione tenutasi stamane a Perugia, sulla modifica del Disciplinare di produzione dell’olio extravergine di oliva Dop Umbria, che con le variazioni apportate, consentirà, tra l’altro, di poter molire le olive delle cinque sottozone nell’ambito dell’intero territorio regionale.
Di fronte alle tante criticità attuali del settore - afferma Coldiretti - la modifica rappresenta una risposta che va nella giusta direzione auspicata dalle tante imprese agricole del comparto.
Occorre comunque - aggiunge Coldiretti - proseguire gli sforzi per soddisfare le legittime aspirazioni in termini reddituali delle imprese olivicole, proiettate verso un mercato sempre più attento anche alle eccellenze nostrane. In modo particolare - ribadisce Coldiretti - serve privilegiare per l’olivicoltura regionale, progetti strutturati di filiera, ampliando la diffusione dell’olio Dop; l’obiettivo è quello di continuare a dare una giusta dignità a questo prodotto simbolo del cibo di qualità made in Umbria.
Proprio per questo il comparto olivicolo - spiega Coldiretti - riveste un ruolo di primo piano anche nel progetto Coldiretti per “una filiera agricola tutta italiana”, che intende, grazie anche ai vantaggi della filiera corta, potenziare i prodotti di qualità legati al territorio di produzione, caratteristica di fondamentale importanza specialmente per l’olio di oliva, una delle eccellenze regionali, che contribuiscono in maniera determinante a dare valore aggiunto al territorio.
In Umbria, secondo elaborazioni Coldiretti, si trovano quasi 7,5 milioni di piante di olivo che coprono oltre 27.000 ettari e permettono di produrre mediamente circa 90.000 quintali di olio l’anno; mentre l’incidenza del comparto sulla PLV agricola regionale è di circa il 6%. Gli olivi sono per la maggior parte di varietà Moraiolo, che è la cultivar che simbolicamente e concretamente rappresenta l’olio umbro, di varietà comuni come Frantoio e Leccino e di cultivar autoctone, nell’areale del Trasimeno varietà Dolce Agogia, nell’areale di Giano dell’Umbria varietà San Felice e Nostrale di Rigali nell’areale di Gualdo Tadino.
La D.O.P. dell’olio extravergine di oliva Umbria, istituita nel 1997, è l’unica denominazione italiana estesa all’intero territorio regionale, che è stato suddiviso in cinque sottozone (Colli Assisi-Spoleto, Colli Martani, Colli del Trasimeno, Colli Amerini e Colli Orvietani). Altro snodo essenziale della qualità dell’olio umbro, è il numero dei frantoi: circa 250, che, con una presenza così capillare sul territorio, permettono la frangitura immediata delle olive, senza che queste si deteriorino per una presenza troppo lunga in magazzino prima della lavorazione.