21 Settembre 2012
“MERCATO DEI CEREALI E VOLATILITÀ: QUALI PROSPETTIVE PER L’UMBRIA”

Mercato dei cereali e volatilità: quali prospettive per l’Umbria. Questo il titolo di un interessante e partecipato seminario organizzato dalla Coldiretti Umbria a Perugia.
Il presidente regionale della Coldiretti Albano Agabiti ha ricordato innanzitutto la straordinaria annata produttiva cerealicola umbra che ha portato a rese ottimali sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo. I risultati conseguiti - ha spiegato Agabiti - sono stati agevolati da condizioni climatiche favorevoli e da una sempre migliore tecnica colturale adottata dagli imprenditori agricoli umbri. Quest’ultima - ha aggiunto - sta contribuendo a valorizzare la produzione anche in termini qualitativi, ormai presupposto imprescindibile per l’agroalimentare locale. Agabiti ha anche sottolineato la necessità di porre fine all’anomalia delle filiere agroalimentari caratterizzate da troppe distorsioni nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola, che colpiscono i redditi delle imprese e dei consumatori. Il progetto della Coldiretti - ha affermato Agabiti - mira a una filiera tutta agricola, tutta italiana e firmata dagli agricoltori, che trasferisca direttamente al consumatore valori di genuinità, sicurezza, territorialità, che sono propri anche della produzione Made in Umbria. Nel suo intervento Agabiti ha inoltre ricordato come le manovre finanziarie sul cibo abbiano aperto le porte alle grandi speculazioni internazionali, “giocando” sui prezzi delle materie prime agricole: servono regole nuove - ha precisato - a cominciare da una gestione più attenta delle scorte alimentari.
L’Assessore regionale all’Agricoltura Fernanda Cecchini ha affermato tra l’altro, come nonostante la congiuntura economica attuale, il mondo agricolo debba guardare con fiducia al futuro, puntando ad avere un ruolo più forte. Dobbiamo utilizzare ricerca e innovazione - ha proseguito l’Assessore Cecchini - per produrre di più e meglio, diversificando le produzioni e stando al passo con le dinamiche che cambiano: in quest’ambito, il Piano di Sviluppo Rurale dell’Umbria, ha concesso molteplici possibilità.
Solo con un forte legame tra attività produttiva e territorio - ha precisato il direttore della Coldiretti Umbria Alberto Bertinelli - si può rispondere alle nuove esigenze di sicurezza e tracciabilità dei consumatori, sempre più propensi ad acquistare cibo locale e di qualità. Gli imprenditori agricoli - ha aggiunto Bertinelli - oltre ad un’attenta gestione dei costi aziendali, devono orientarsi sempre di più verso una fase di commercializzazione organizzata che superi l’attuale frammentazione, per rispondere alla sostenibilità economica aziendale e alla volatilità dei mercati.
Angelo Frascarelli dell’Università degli Studi di Perugia, ha sottolineato come il mercato dei cereali sia in forte fibrillazione da almeno sei anni; le tensioni e le oscillazioni degli ultimi due mesi sono solamente un’accentuazione del fenomeno della volatilità dei prezzi. Negli ultimi mesi è successo l’imprevedibile. A giugno 2012 - ha ricordato Frascarelli - i prezzi sembravano destinati ad una fase di stagnazione; gli analisti di tutto il mondo erano convinti che la produzione di cereali sarebbe stata abbondante; invece i pessimi andamenti climatici negli Usa e nel Nord Europa, soprattutto nell’area del Mar Nero (Ucraina, Russia, Kazakhstan), hanno fatto registrare una nuova “bolla”, con i prezzi del mais che sono aumentati di 85 euro/ton tra giugno e agosto 2012; analoga tendenza per il grano tenero e il grano duro, seppure meno accentuata. Partiamo da un fatto acquisito: la volatilità non è un fenomeno transitorio ma strutturale - ha precisato Frascarelli. La complessità, l’imprevedibilità e l’instabilità dei mercati sono fattori con cui inevitabilmente gli agricoltori e gli allevatori saranno costretti ad operare nei prossimi anni.
In termini più sintetici, possiamo dire che l’agricoltore è costretto ad operare in condizioni di incertezza; questo non significa che deve rimanere passivo - ha concluso - anzi deve intraprendere una serie di azioni per stabilizzare i propri risultati economici. Infatti, pur in condizioni di incertezza e di instabilità, c’è la possibilità di operare con successo.
Stefano Serra, esperto di mercati cerealicoli internazionali, nell’offrire un’attenta lettura delle prossime prospettive economiche, ha individuato nella segregazione della produzione, nella costanza qualitativa delle consegne, nella tracciabilità e certificazione sanitaria, nella valorizzazione Made in Italy del prodotto, così come in una nuova riorganizzazione dell’offerta con enfasi sulla filiera corta, alcuni possibili strumenti per valorizzare il nostro prodotto e svincolarlo dal confronto con le alternative estere “a buon mercato”, con l’obiettivo ultimo della sua valorizzazione ovviando a futuri crolli delle quotazioni dei cereali.