14 Ottobre 2016
DANNI DA FAUNA SELVATICA E BUROCRAZIA: COLDIRETTI UMBRIA DICE BASTA!!

Centinaia di imprese agricole umbre, con le proprie produzioni e allevamenti rischiano di scomparire. La causa, famelici cinghiali, caprioli, daini, cui si aggiungono sempre più spesso gli attacchi di lupi, ma anche di storni e nutrie. A fianco di queste “calamità”, i ritardi della burocrazia che frena le capacità imprenditoriali degli agricoltori, rallentando anche le erogazioni di contributi europei. È la Coldiretti Umbria a dire basta, con migliaia di agricoltori esasperati per criticità che si protraggono da tempo, ma decisi anche a restare sul proprio territorio e garantire lo sviluppo agricolo, arrestando lo spopolamento e continuando a produrre cibi di eccellenza che fanno dell’agricoltura un volano dell’economia regionale. Centinaia di agricoltori della Coldiretti si sono dati appuntamento giovedì scorso presso l’Umbriafiere di Bastia Umbra, ottenendo un confronto con la Presidente della Regione dell’Umbria Catiuscia Marini e con l’Assessore regionale all’Agricoltura Fernanda Cecchini, alla presenza di Albano Agabiti presidente regionale Coldiretti e di quelli provinciali Luca Panichi e Massimo Manni. L’invasione degli ungulati e l’attacco dei lupi - sottolinea Coldiretti - provoca milioni di euro di danni (ben oltre mezzo milione di euro quelli alle coltivazioni indennizzabili nel 2015 dai soli ATC) tra quelli alle coltivazioni, agli allevamenti e alle strutture: in gran parte sono prodotti dai cinghiali; senza contare i danni indiretti e quelli non denunciati. Dal 2005 - ricorda Coldiretti - il numero dei cinghiali presenti in Italia è praticamente raddoppiato, passando da 600.000 esemplari a oltre un milione nel 2015, anno in cui i danni alle produzioni hanno raggiunto complessivamente i 100 milioni di euro. In Umbria il numero di cinghiali negli ultimi 10 anni - stima Coldiretti - è passato da circa 25/30.000 a 75/80.000. Gli agricoltori della Coldiretti hanno chiesto perciò di contenere, una volta per tutte, la presenza degli animali selvatici nelle aree in cui si svolgono le attività di coltivazione e di allevamento. Va in questa direzione, anche la richiesta di modifica della normativa regionale che disciplina l’intervento degli agricoltori in caso di danni in atto, snellendo la burocrazia circa tempi e modi di azione e prevedendo anche “un pronto intervento cinghiali”. È fondamentale che le istituzioni dimostrino con atti concreti - ha affermato Albano Agabiti presidente Coldiretti Umbria - che esiste una piena presa di coscienza della gravità della situazione ed una precisa volontà di utilizzare tutti i possibili strumenti di intervento, superando ogni complicazione di ordine burocratico. L’agricoltura e la zootecnia non possono continuare a subire danni; l’obiettivo dell’attività agricola infatti, è quello di fare impresa producendo per i cittadini e non per animali selvatici e predatori. L’indennizzo dei danni - ha precisato Agabiti - non è una misura risolutiva; occorre gestire il fenomeno per controllarlo e mettere in sicurezza coltivazioni ed allevamenti, che, diversamente, sono destinati a scomparire e chiudere. Gli agricoltori umbri non devono fare solo i conti con cinghiali, daini, caprioli, storni e nutrie, ma anche difendersi dai lupi sempre più vicini a centri abitati e aziende. Si tratta ormai - hanno ribadito da Coldiretti - di una problematica di tutta la collettività, come dimostrano anche i numerosi incidenti stradali a discapito della sicurezza dei cittadini. Intanto - come emerso con forza a Bastia Umbra - ad aggravare la situazione, già difficile sul fronte dei prezzi all’origine riconosciuti agli agricoltori, il ritardo nei pagamenti dei contributi comunitari relativi alle misure del P.S.R. (agroambiente, indennità compensativa e benessere animale). Tra l’altro, non avere garanzie sui tempi di incasso dei contributi - ha denunciato Coldiretti - rappresenta un elemento di penalizzazione per gli imprenditori, con ulteriore aggravio di costi e quindi contrazione del reddito aziendale. Gli aiuti in molti casi costituiscono il giusto e legittimo compenso che la politica comunitaria riconosce in virtù di impegni precisi presi dagli imprenditori, in merito alla salvaguardia del territorio, alla sicurezza alimentare e al benessere degli animali. La Presidente Marini, dopo aver ricordato l’importanza per tutti gli agricoltori del decreto legge riguardante il terremoto, ha rassicurato, insieme all’Assessore Cecchini, circa il pagamento dei contributi comunitari entro dicembre. Sui danni da fauna selvatica, tema rilevantissimo, comune a molte regioni, si è detta disponibile circa le proposte di modifica delle normative presentate da Coldiretti, sostenendo come occorra fare tutto il possibile, responsabilizzando tutti i soggetti interessati dalla problematica, nella convinzione del diritto prioritario delle imprese agricole di svolgere la propria attività.