24 Marzo 2010
“CRISI GLOBALE: COME NE ESCE L’AGRICOLTURA UMBRA?”

La crisi del settore agricolo, non dipende solo da quella globale, ma dal fatto che l’agricoltura di oggi subisce gli effetti di due “rapine”. La prima è rappresentata dalla contraffazione e dall’utilizzo di prodotti provenienti da altri paesi che assumono le sembianze di prodotto italiano e l’altra, dallo strapotere di alcuni soggetti che approfittano dello scarso potere contrattuale dell’agricoltura all’interno della filiera agroalimentare, con i prodotti agricoli sottopagati senza alcun beneficio per i consumatori. Questi gli argomenti principali che Albano Agabiti, presidente Coldiretti Umbria, tratterà nel corso del Convegno “Crisi globale: come ne esce l’agricoltura umbra?”, promosso dall’Organizzazione agricola a Bastia Umbra in occasione di Agriumbria, venerdì prossimo alle ore 15.00 presso il Centro Congressi Umbriafiere.
Pochi centesimi pagati agli agricoltori - spiega Agabiti - diventano euro al consumo, con il risultato di un aumento della forbice nel passaggio dei prodotti dal campo alla tavola, durante il quale i prezzi degli alimenti moltiplicano oggi in media cinque volte. Non meno grave - sottolinea Agabiti - è il danno per le imprese agricole causato dal “furto di identità”: secondo dati Coldiretti l’inganno del falso Made in Italy a tavola, dovuto alla vendita di prodotti alimentari pagati come italiani senza esserlo, costa 70 miliardi alle tasche dei cittadini e riguarda ad esempio due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all’estero. La proposta Coldiretti “guarda” al lungo periodo - aggiunge Agabiti - con il progetto operativo per una “Filiera agricola tutta italiana” che ha come obiettivo di sostenere il reddito degli agricoltori eliminando le distorsioni e tagliando le intermediazioni con l’offerta attraverso la rete di consorzi agrari, cooperative, farmers market, agriturismi e imprese agricole, di prodotti alimentari al cento per cento italiani firmati dagli agricoltori al giusto prezzo.
Il Convegno sarà anche l’occasione per la presentazione, da parte del direttore Coldiretti Umbria Angelo Corsetti e del Presidente Gepafin Giacomo Porrazzini, della Convenzione stipulata tra CreditAgri Umbria, la società di Mediazione Creditizia di Coldiretti e Gepafin, per la promozione di interventi di garanzia in favore delle imprese agricole e agroalimentari locali e che prevede, tra l’altro, l’istituzione di un “tavolo permanente” per esaminare le richieste di “intervento” degli imprenditori.
Al Convegno interverrà Fabrizio De Filippis, Professore ordinario presso la Facoltà di Economia dell’Università Roma Tre e Direttore del Dipartimento di Economia, che parlerà del modo in cui la crisi economica globale ha investito l’agricoltura italiana, di come essa è stata percepita dalle imprese agricole e delle possibili risposte che si possono dare. In questo quadro, va chiarito che in agricoltura la crisi si è sommata agli effetti negativi di una fase di prezzi calanti, mettendo a nudo mali antichi che affliggono il settore: la sfida, dunque, non è tanto quella di pensare a misure anti-crisi, quanto agire per risolvere problemi di natura strutturale, in larga misura riconducibili alla debolezza contrattuale della componente agricola lungo la filiera.
Toccherà invece a Catia Bastioli, Amministratore Delegato Novamont, illustrare, tra l’altro, l’innovativo percorso intrapreso dall’azienda per la produzione di bioplastiche, che ha visto il coinvolgimento di Coldiretti sin dalla fase di progettazione della “Bioraffineria integrata nel territorio” che sta trovando attuazione proprio nel polo di Terni. “In una fase di grave crisi del comparto chimico Novamont si muove in assoluta controtendenza investendo decine di milioni di euro e incrementando in modo rilevante gli occupati - sottolinea l’Amministratore Delegato della Novamont.  Dopo una fase di progettazione e ricerca - continua Catia Bastioli - oggi insieme a Coldiretti siamo in grado di attivare un’intera filiera agroindustriale che presenta eccezionali opportunità nel campo dei lubrificanti biodegradabili e di intermedi chimici da risorse rinnovabili non food oltre, ovviamente, alla produzione di bioplastiche con performance sempre migliori in termini di prestazioni e ridotto impatto ambientale. L’auspicio è che proprio di fronte alla crisi i decisori pubblici siano in grado di creare contesti normativi ispirati all’innovazione e qualità che permettano al sistema Italia di sfruttare leadership internazionali già acquisite”.