6 Maggio 2020
CORONAVIRUS, COLDIRETTI UMBRIA: VINO UMBRO A RISCHIO CRACK. Calo del fatturato per 4 cantine su 10: è allarme liquidità!

Con il prolungamento del lockdown al primo giugno per la ristorazione e con l’export bloccato, il settore vitivinicolo umbro è a rischio crack. È l’allarme lanciato dalla Coldiretti Umbria sugli effetti coronavirus, nel ricordare come anche l’OIV (Organizzazione mondiale della vite e del vino) preveda un taglio del 50% del valore delle vendite di vino in Europa. Quasi 4 cantine italiane su 10 - afferma Albano Agabiti presidente regionale Coldiretti - registrano un deciso calo del fatturato con l’allarme liquidità che mette a rischio anche il futuro del vino umbro. A pesare - precisa Agabiti - è la chiusura della ristorazione avvenuta in Italia e all’estero con un forte calo delle esportazioni, aggravato anche dalle difficoltà logistiche e dalla disinformazione. Un colpo pesante quindi anche per le spedizioni di vino umbro fuori dal confine nazionale che avevano sfiorato nel 2019 - ricorda Agabiti - i 35 milioni di euro. Siamo impegnati nella campagna #iobevoitaliano per promuovere gli acquisti, ma - sottolinea Agabiti - serve anche sostenere con massicci investimenti pubblici e privati la ripresa delle esportazioni con un piano straordinario di comunicazione sul vino. Occorre - aggiunge Agabiti - trovare risorse aggiuntive comunitarie e nazionali per finanziare ogni utile strumento per la riduzione delle giacenze e per il contenimento della produzione di vino proveniente dalla prossima vendemmia: per questo abbiamo proposto a livello europeo, nazionale e regionale un pacchetto di misure a tutela del comparto, come la distillazione volontaria e la vendemmia verde. In sede comunitaria, grazie al nostro pressing, sono stati approvati tre regolamenti che prevedono prime importanti misure - aggiunge il direttore regionale Coldiretti Mario Rossi.  L’autorizzazione temporanea alla distillazione di vino e l’aiuto allo stoccaggio privato di vino in caso di crisi, e l’incremento del 10% del sostegno dell’Unione a favore delle misure dei programmi di sostegno (promozione, ristrutturazione e riconversione, investimenti, vendemmia verde, assicurazione). Per quanto riguarda la vendemmia verde, per la quale è stata posticipata al 30 giugno la scadenza per la presentazione delle domande di sostegno, nonché l’esecuzione delle operazioni nei vigneti da eseguire dopo questa data - prosegue Rossi - Coldiretti ha chiesto di consentire l’azzeramento della resa ma anche la riduzione selettiva. Infine, tra l’altro, per evitare la perdita dell’autorizzazione di impianto e reimpianto, la validità delle autorizzazioni di impianto che sono scadute o scadono entro l’anno 2020 è estesa di 12 mesi, per consentire ai viticoltori di piantare le viti in condizioni favorevoli nella primavera del 2021. Con il lockdown e il conseguente rallentamento dell’economia - afferma Roberto Berioli produttore vitivinicolo di Magione - il nostro comparto ha subìto pesanti ripercussioni, con un calo delle vendite sia interne che estere, che risultano quasi azzerate. Altra importante fonte di reddito svanita è quella legata al turismo in cantina su cui naturalmente non possiamo più contare. I lavori in campagna con le relative spese devono comunque continuare, quindi è forte la preoccupazione per la sostenibilità economica delle nostre imprese. Oltre al problema stoccaggio per la prossima vendemmia - ribadisce Paolo Montioni produttore di vino a Montefalco - siamo di fronte a una crisi di liquidità, causata dal blocco del mercato interno, dell’enoturismo e dell’export, cui abbiamo cercato di sopperire con l’unico mezzo possibile al momento, ovvero quello delle vendite on-line. Il vino rappresenta al meglio la qualità delle produzioni agricole umbre - aggiunge Montioni - basta pensare al valore espresso in termini ambientali ed economici dal nostro Sagrantino.  Con il crollo dei fatturati, la situazione per piccole e medie imprese del settore si sta aggravando, considerando anche che il canale della grande distribuzione, non è ad appannaggio di molti. Un danno per tutto un territorio e anche per l’indotto che vive strettamente in simbiosi con questa produzione di eccellenza: occorrono quindi aiuti immediati sul fronte liquidità, ma anche sulla promozione.