7 Aprile 2020
CORONAVIRUS, COLDIRETTI UMBRIA: “SBLOCCARE” LA SELVICOLTURA E I LAVORI FORESTALI!

Importanti per economia locale, collettività e gestione dell’ambiente

 

Lo stop ai lavori agroforestali, dal taglio della legna al suo recupero nei boschi, legato all’emergenza coronavirus, sta arrecando incertezze e danni agli operatori del settore, con ripercussioni negative, vista la stagionalità delle operazioni, anche sulla prossima disponibilità di legna come fonte combustibile. È quanto sostiene il Presidente regionale Coldiretti Albano Agabiti, supportando la recente richiesta dell’Assessore regionale all’agricoltura Morroni al Ministro Bellanova, per la ripresa dell’attività di selvicoltura e utilizzo di aree forestali (codice ATECO 02). Occorre - afferma Agabiti - inserire le attività di selvicoltura tra quelle agricole non sospese, rendendo così possibile poter continuare a lavorare. Pur nel rispetto di ogni disposizione finalizzata a fermare la pandemia - aggiunge Agabiti - è da sottolineare che parliamo di attività che in prevalenza si svolgono in boschi e foreste, dove non dovrebbero esserci altre persone e con le distanze tra operatori che possono essere rispettate in tutta sicurezza. L’attuale periodo di sospensione dell’attività - ribadisce Agabiti - rischia di generare, in termini produttivi ed economici, una ricaduta negativa non solo rispetto all’immediato, ma anche in riferimento alla prossima stagione. È importante quindi - sottolinea Agabiti - creare le condizioni affinché le imprese del settore possano tornare al lavoro e concludere le operazioni programmate. La produzione di legna infatti, rappresenta una risorsa che merita la giusta attenzione, anche al fine di evitare un incremento della quota di materiale di importazione. I boschi, gestiti in modo sostenibile - ricorda Agabiti - assolvono funzioni importanti per tutta la collettività, come per la prevenzione dalle frane e dalle alluvioni. Grazie al lavoro e alla presenza delle aziende agroforestali, è possibile preservare i territori dall’abbandono, svolgendo un insostituibile presidio rispetto all’assetto idrogeologico e mantenere un patrimonio naturale con importante valenza turistica e ambientale.