21 Ottobre 2021
CONSUMI, COLDIRETTI UMBRIA: ARRIVA L’OLIO NUOVO; PRODUZIONE IN CALO, SALVA LA QUALITÀ

Nonostante una qualità del prodotto ottimale, la produzione di olio in Umbria potrebbe subire un calo nell’annata 2021 anche del 50%. È quanto stima la Coldiretti regionale ricordando come complessivamente in Italia si preveda invece una produzione in aumento del 15% rispetto allo scorso anno, in media con le statistiche delle ultime campagne ma con un risultato inferiore alle attese. Ad influenzare negativamente la stagione, l’assenza di piogge e la siccità, insieme alle gelate di aprile scorso - testimonia Giulio Mannelli produttore olivicolo di Bettona. Una discesa di produzione in certi territori fin oltre la metà rispetto alla media, anche se non ci sono ripercussioni sul fronte della qualità del nostro olio che rimane comunque ottima. Un calo - riferisce Francesco Gradassi dell’azienda agraria Marfuga di Campello sul Clitunno - che giunge in un periodo in cui il settore sta cercando di ripartire in maniera forte dopo i problemi che la pandemia ha comportato sia a livello di mercato estero che interno, causa le chiusure forzate e le limitazioni. Positiva comunque - aggiunge Gradassi - l’attenzione crescente dei consumatori per prodotti di qualità espressione autentica del nostro territorio, con le nostre eccellenze fondamentali non solo in chiave ambientale ma anche turistica. Non sono più rinviabili interventi strutturali di rinnovamento degli impianti e recupero degli uliveti abbandonati per consentire alla produzione di tornare sui livelli di eccellenza di dieci anni fa - commenta Albano Agabiti presidente Coldiretti Umbria. Se c’è un prodotto evocativo dell’immagine ambientale, turistica e produttiva dell’Umbria - sottolinea Agabiti - è senz’altro la pianta di olivo: occorre quindi supportare un settore rilevante per la crescita di tutta l’agricoltura umbra. In quest’ottica importante il bando del Programma di Sviluppo Rurale 2014/2020 16.4.1, che punta allo sviluppo della filiera olivicolo-olearia con l’obiettivo di incrementare la produzione di alta qualità, favorire l’innovazione e l’aggregazione delle imprese, aumentando la competitività. Proprio per sostenere e incrementare la produzione nazionale di extravergine Coldiretti ha presentato nell’ambito del Recovery Plan un progetto specifico legato alle reti d’impresa per il futuro dell’olio d’oliva. L’obiettivo è rilanciare la produzione nazionale per confermare il primato di qualità del Made in Italy - conclude Coldiretti - attraverso la realizzazione di nuovi uliveti, di impianti di irrigazione e costruzione di pozzi o laghetti, anche in maniera consorziata, favorendo la raccolta meccanizzata delle olive con macchinari che riducano i tempi e costi di raccolta.

 

In Umbria, secondo elaborazioni Coldiretti, si trovano quasi 7,5 milioni di piante di olivo che coprono circa 30.000 ettari e permettono di produrre mediamente circa 65.000 quintali di olio l’anno. La D.O.P. dell’olio extravergine di oliva Umbria, istituita nel 1997, è l’unica denominazione italiana estesa all’intero territorio regionale, che è stato suddiviso in cinque sottozone (Colli Assisi-Spoleto, Colli Martani, Colli del Trasimeno, Colli Amerini e Colli Orvietani). Gli olivi sono per la maggior parte di varietà Moraiolo, che è la cultivar che simbolicamente e concretamente rappresenta l’olio umbro, di varietà comuni come Frantoio e Leccino e di cultivar autoctone, nell’areale del Trasimeno varietà Dolce Agogia, nell’areale di Giano dell’Umbria varietà San Felice e Nostrale di Rigali nell’areale di Gualdo Tadino. Altro snodo essenziale della qualità dell’olio umbro, è il numero dei frantoi: circa 200, che, con una presenza così capillare sul territorio, permettono la frangitura immediata delle olive, senza che queste si deteriorino per una presenza troppo lunga in magazzino prima della lavorazione.