12 Luglio 2010
COLDIRETTI UMBRIA, CONSORZIO DI TUTELA VINI DI ORVIETO

Coldiretti Umbria ha preso atto con soddisfazione, della volontà espressa dall’Assemblea del Consorzio di Tutela per la riduzione della produzione di uva ad ettaro del vino di Orvieto, che fornisce lo spunto per un dialogo costruttivo all’interno del rinnovato C.d.A..
Una decisone scaturita dopo una fattiva collaborazione di Coldiretti nei lavori preparatori, anche in accordo con la Cantina Monrubio, conseguenza di un interesse doveroso in questo particolare momento in cui il settore vitivinicolo necessita della massima sinergia dal punto di vista imprenditoriale e istituzionale.
Il vino di Orvieto - sottolinea Coldiretti - è senza dubbio uno degli artefici storici della qualità “Umbria”, che rappresenta il fondamento su cui costruire il successo economico delle numerose imprese vitivinicole che negli ultimi dieci anni hanno investito molto, a beneficio dell’intero territorio.
Certamente - aggiunge Coldiretti - la qualità da sola non basta e quindi il ruolo delle istituzioni e delle strutture di tutela, appare oggi più che mai sostanziale. Per far sì che non si perdano i treni della ripresa però - afferma Coldiretti - ciascuno deve saper individuare i propri punti critici, per rafforzare il tessuto imprenditoriale locale.
Non aiutano quindi - precisa Coldiretti - gli atteggiamenti di chi punta il dito verso questa o quella struttura; certo ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni, ma fuori dalle sedi istituzionali è necessario fare attenzione a non trasmettere al consumatore informazioni fuorvianti e/o giudizi approssimativi e lesivi dell’immagine di organismi che da anni lavorano, come tutti d’altronde, per il nome e l’immagine del vino di Orvieto.
Il compito del nuovo consiglio del Consorzio - prosegue Coldiretti - potrà essere meno arduo se tutti sapranno guardare nell’unica direzione del raggiungimento della massimizzazione del reddito per le imprese produttrici, garantendo così la permanenza di una coltivazione e quindi di un paesaggio, che si caratterizza e distingue da sempre per i suoi connotati vitivinicoli.
L’auspicio quindi - conclude Coldiretti - è che nessuno si senta figlio di un “Dio maggiore”, che con il proprio giudizio rischia di ostacolare lo sviluppo di un ampio e condiviso progetto da orientare doverosamente verso il “bene” del vino di Orvieto.