22 Giugno 2011
COLDIRETTI UMBRIA, AGABITI: CON INGANNI A TAVOLA, DANNI PER IMPRESE AGRICOLE E CONSUMATORI

Il fatto che le frodi a tavola siano quelle più temute dagli italiani con sei cittadini su dieci (60 per cento) che le considerano più gravi di quelle fiscali e degli scandali finanziari, secondo l’indagine Coldiretti/Swg, poiché possono avere effetti sulla salute, dimostra tra l’altro, come occorra insistere per una completa tracciabilità degli alimenti, sulla qualità e territorialità delle produzioni agroalimentari. È quanto affermato da Albano Agabiti presidente Coldiretti Umbria, in riferimento al primo Rapporto sui crimini agroalimentari in Italia realizzato da Coldiretti e Eurispes presentato ieri a Roma, dove per l’occasione a Palazzo Rospigliosi, è stato aperto un vero e proprio “Salone degli inganni”.
L’iniziativa - spiega il presidente Agabiti - cui ha preso parte una delegazione della Coldiretti Umbria, è servita anche per ribadire come i cittadini-consumatori debbono poter scegliere consapevolmente quanto acquistano e portano poi a tavola, verificando innanzitutto l’origine degli alimenti. Un modo - aggiunge Agabiti - anche per restituire valore aggiunto al lavoro degli imprenditori agricoli, alle prese loro malgrado come gli altri cittadini, con il fatto ad esempio che tre prosciutti su quattro venduti in Italia in realtà derivano da maiali allevati all’estero anche se agli occhi del consumatore sembrano tutti italiani, con un evidente danno pure per la zootecnia made in Umbria, per un mercato influenzato da prodotti provenienti dall’estero. Per accorciare la filiera e rendere più diretto il rapporto tra produttori e consumatori la Coldiretti - ribadisce Agabiti - è impegnata nel progetto per una filiera agricola tutta italiana, per arrivare ad offrire direttamente senza intermediazioni, attraverso i mercati degli agricoltori, le botteghe di campagna amica e le nostre cooperative, i prodotti agricoli italiani garantiti al cento per cento dagli stessi agricoltori.
All’interno della filiera agro-alimentare - afferma il direttore Coldiretti Umbria Alberto Bertinelli - l’agricoltura è il comparto con il minor potere contrattuale e con gli utili più bassi, tra tutti gli attori che vi operano, con le aziende agricole che continuano a soffrire molto a causa della forte diminuzione dei prezzi all’origine, a cui si deve aggiungere l’aumento dei costi dei mezzi di produzione. Sono molteplici - aggiunge Bertinelli - le cause che rendono l’agricoltura l’anello debole della filiera tra cui, la scarsa trasparenza nella formazione dei prezzi, il numero troppo elevato di intermediari, con il conseguente moltiplicarsi dei costi, sino ad arrivare alle falsificazioni e imitazioni agroalimentari, il cui valore è pari al triplo di quello dell’export Made in Italy originale. L’idea, il progetto e l’impegno proposti da Coldiretti per combattere questo stato di cose, stanno quindi nella creazione di una filiera agricola, italiana e firmata: con prodotti immediatamente riconoscibili come totalmente italiani, grazie all’etichettatura all’origine, alla trasparenza della filiera e della formazione dei prezzi, e al legame con il proprio territorio.

GLI INGANNI A TAVOLA

  • il 33 per cento dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati (per un valore di 51 miliardi di euro) deriva da materie prime importate e rivendute col marchio Made in Italy
  • 3 prosciutti su 4 sono ottenuti da maiali stranieri ma non si vede
  • 1 mozzarella su 4 non è ottenuta direttamente dal latte ma da cagliate spesso importate
  • Formaggini sono spesso prodotti da polvere di caseina e formaggi fusi
  • 2 prodotti alimentari di tipo italiano su 3 all’estero sono imitazioni

Fonte: Coldiretti