1 Luglio 2022
COLDIRETTI, OLIVICOLTURA: GIULIO MANNELLI NUOVO PRESIDENTE DELL’APROL UMBRIA. “Tutelare il lavoro delle imprese e favorire i progetti di filiera”

Il nuovo Consiglio della Società Cooperativa Olivicoltori Aprol Umbria, ha eletto alla presidenza, sino al 2025, Giulio Mannelli, quarantaquattrenne olivicoltore di Bettona, già membro del Consiglio di amministrazione di Unaprol. Il nostro impegno programmatico - ha affermato Mannelli al momento dell’elezione - punterà in maniera ancora più decisa, alla valorizzazione e difesa dell’olio umbro, vero ambasciatore della nostra regione. Sulla scia di quanto fatto fino ad oggi, la squadra di Aprol Umbria, grazie anche ad un personale esperto e qualificato, coordinato dal direttore Gabriele Mocio, continuerà a garantire un’assistenza a 360° alle aziende del settore, restando vicino alle loro esigenze. In questo particolare momento storico infatti, che vede fortemente penalizzate anche le aziende olivicole, prima con la pandemia, poi con le tensioni internazionali che hanno sconvolto i mercati e i costi di produzione - ha sottolineato Mannelli - diventa fondamentale moltiplicare gli sforzi per tutelare i redditi delle imprese, in nome di una qualità produttiva che soddisfi l’attenzione crescente dei consumatori per quelle eccellenze espressione autentica del nostro territorio, fondamentali non solo in chiave ambientale ma anche turistica. Il tutto tenendo ben presente l’esigenza e la necessità - ha aggiunto Mannelli - di interventi strutturali di rinnovamento degli impianti e recupero degli uliveti abbandonati, per consentire alla produzione di tornare su livelli di eccellenza, tutelando al contempo il nostro paesaggio così come lo conosciamo. Accanto a questo - ha precisato - deve senz’altro crescere la predisposizione di noi agricoltori verso una più attenta conduzione agronomica, che tenga sempre più presente i cambiamenti climatici al pari di una accresciuta competitività dei mercati. Se c’è un prodotto evocativo dell’immagine ambientale, turistica e produttiva dell’Umbria - ha ribadito Mannelli - è senz’altro la pianta di olivo: occorre quindi supportare un settore rilevante per la crescita di tutta l’agricoltura. In quest’ottica, occorre favorire la qualità, l’innovazione e soprattutto l’aggregazione delle imprese, aumentando la competitività: una direzione su cui si sta muovendo tra l’altro il bando del Programma di Sviluppo Rurale 2014/2020 16.4.1, che punta allo sviluppo della filiera olivicolo-olearia. L’obiettivo è quello di continuare a dare la giusta dignità a questo prodotto inimitabile che è l’olio umbro. Molte le sfide alle quali sarà chiamato immediatamente il nuovo CDA, a partire dalla proposta di modifica del Disciplinare della DOP Umbria, sul quale - ha riferito Mannelli - le idee sono molto chiare: esso infatti deve tenere in considerazione le esigenze di tutto il comparto olivicolo regionale. Anche il presidente regionale Coldiretti Albano Agabiti nel suo saluto al nuovo Consiglio di Aprol Umbria, ha ribadito come Coldiretti resterà sempre al fianco delle imprese olivicole, per far sì che l’Umbria sia dotata di un Disciplinare della DOP, che possa soddisfare e tutelare l’intero settore nel territorio regionale, nazionale e internazionale. Questa la composizione del nuovo Consiglio di Aprol Umbria: Sofia Luchetti, Francesco Gradassi, Francesco Suatoni, Ramolino Pantini, Ernesto Guidobaldi, Antonio Feliziani, Giulio Mannelli e Albano Agabiti.

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In Umbria, secondo elaborazioni Coldiretti, si trovano quasi 7,5 milioni di piante di olivo che coprono circa 30.000 ettari e permettono di produrre mediamente circa 65.000 quintali di olio l’anno. La D.O.P. dell’olio extravergine di oliva Umbria, istituita nel 1997, è estesa all’intero territorio regionale, che è stato suddiviso in cinque sottozone (Colli Assisi-Spoleto, Colli Martani, Colli del Trasimeno, Colli Amerini e Colli Orvietani). Gli olivi sono per la maggior parte di varietà Moraiolo, che è la cultivar che simbolicamente e concretamente rappresenta l’olio umbro, di varietà comuni come Frantoio e Leccino e di cultivar autoctone, nell’areale del Trasimeno varietà Dolce Agogia, nell’areale di Giano dell’Umbria varietà San Felice e Nostrale di Rigali nell’areale di Gualdo Tadino. Altro snodo essenziale della qualità dell’olio umbro, è il numero dei frantoi: circa 200, che, con una presenza così capillare sul territorio, permettono la frangitura immediata delle olive, senza che queste si deteriorino per una presenza troppo lunga in magazzino prima della lavorazione.