18 Giugno 2011
BATTERIO KILLER: COLDIRETTI PERUGIA, CARNE SICURA CON 10 MLN DI CONTROLLI/ANNO

La sicurezza della carne italiana è garantita da circa dieci milioni di controlli all’anno sugli animali allevati nelle stalle presenti sul territorio nazionale, anche grazie ad una rete di circa 5mila veterinari, la più estesa in Europa. È la stima della Coldiretti riportata dal proprio presidente di Perugia Luca Panichi, presidente anche dell’Associazione Provinciale Allevatori (APA), nel commentare la diffusione in Francia dell’infezione di escherichia coli determinata dal consumo di hamburger surgelati.
L’Italia - sottolinea Coldiretti - ha conquistato la leadership europea nella qualità e nella sicurezza alimentare proprio grazie alla più estesa rete di analisi e controlli operati da enti pubblici e privati. Solo il sistema dell’associazione italiana allevatori coinvolge tra aziende iscritte ai controlli funzionali 76.543 allevamenti per un totale di 5.250.244 animali, con un impegno di 257.002 giornate di lavoro all’anno effettuate dai controllori. Sulla carne bovina fresca - continua Coldiretti - è peraltro in vigore dal primo gennaio 2002 l’obbligo di indicare la provenienza e l’etichetta deve contenere tutte le informazioni sugli animali di provenienza della carne acquistata con riferimento agli Stati di nascita, di ingrasso, di macellazione e di sezionamento, nonché un codice di identificazione che rappresenta una vera e propria carta di identità del bestiame.
Recentemente - rileva Coldiretti - sono arrivati sul mercato anche gli hamburger di carne di razza chianina, marchigiana e piemontese che rappresentano le antiche razze italiane. In Umbria un’iniziativa in quest’ambito, è quella portata avanti dal Consorzio Produttori Carne Bovina Pregiata delle Razze Italiane (Ccbi) di Perugia, che da poco ha “varato” una vera e propria macelleria mobile, a disposizione di allevatori e aziende agricole. Un modo, per avvicinare produttori e consumatori, passando dalla macellazione alla vendita diretta dei diversi tagli di carne bovina, con l’offerta che riguarda anche gli hamburger di chianina. Il tutto all’insegna della qualità, dell’origine certa e rintracciabilità delle produzioni e quindi del legame col nostro territorio.
Purtroppo - spiega Coldiretti - l’obbligo di indicare la provenienza della carne bovina in etichetta è in vigore per gli hamburger di carne macinata fresca come nel caso della vaschetta refrigerata presentata nei banconi del supermercato e in quelli di carne macinata tal quale trattata solo termicamente (surgelazione) ma - denuncia Coldiretti - basta l’aggiunta, come spesso avviene, di un qualche ingrediente per fare venire a meno questo obbligo e deve essere indicato solo lo stabilimento di trasformazione industriale, secondo il regolamento Ue N.1760/00 che istituisce un sistema di etichettatura delle carni bovine e delle carni bovine macinate che esclude dall’etichettatura d’origine obbligatoria i prodotti trasformati dall’industria (cioè processati) quali la bresaola e le carni bovine in scatola. Gli hamburger di carne bovina macinata e successivamente trasformata anche solo con l’aggiunta di un po’ di sale, rosmarino, pangrattato o farina, come la gran parte dei prodotti industriali in vendita nei supermercati, non devono purtroppo riportare obbligatoriamente l’indicazione dell’origine in etichetta. Occorre pertanto intervenire - conclude il presidente della Coldiretti Perugia Panichi - per estendere a tutti i prodotti l’obbligo di indicare in etichetta l’origine come previsto dalla legge nazionale approvata all’unanimità dal Parlamento italiano lo scorso febbraio 2011.