23 Dicembre 2020
AGRICOLTURA PIÙ FORTE DOPO IL CORONAVIRUS. L’UMBRIA RIPARTE DAGLI EROI DEL CIBO. Dai risultati raggiunti alle sfide future: l’incontro di fine anno di Coldiretti Umbria traccia un bilancio che nonostante il periodo di criticità ha visto protagonista l’agricoltura. “Ora scommettiamoci tutti”

Appuntamento come pandemia impone se lo é dato online il gruppo dirigente della Coldiretti Umbria per l'incontro di fine anno. Adunata per un bilancio nell'anno di maggiore criticità che tuttavia ha visto protagonista l'agricoltura anche sul versante del sostegno ai cittadini. Tutti i dirigenti, presidenti delle sezioni e i rappresentanti di tutti i movimenti, dai giovani alle donne ai pensionati fino all'Agrimercato e Terranostra non hanno potuto che sottolineare come gli agricoltori rappresentino oggi gli eroi del cibo. L'Italia non può che ripartire da qui, non può che prendere esempio da loro, non può che ripartire dall'agricoltura capace di essere punto di convergenza dei diversi contributi che dalle numerose esperienze delle variegate dimensioni impegnano gli agricoltori e riescono a fare sintesi sul modello dell'impresa agricola contemporanea. Quella che, dalla multidisciplinarietà al km zero, dalla garanzia contadina alla funzione rassicurante della genuinità non soltanto non si è fermata in mezzo alla pandemia ma è riuscita ad individuare nuovi solchi in cui svilupparsi e generare frutti inaspettati quanto generosi. La Coldiretti ha operato al fianco degli imprenditori agricoli ottenendo strumenti che hanno dato stimolo all'operosità delle imprese dagli esoneri contributivi al decreto esoneri bis, mentre "guardiamo al Recovery plan - ha sottolineato il direttore regionale Mario Rossi - come a un ulteriore importante occasione per mettere al centro l'impresa agricola per il rilancio del Paese. Deve accadere proprio ora che abbiamo contribuito a far lievitare la consapevolezza dell'importanza della qualità tanto della materia prima agricola quanto del cibo puntando anche sul consumo e il turismo di prossimità". Consapevolezza che ora deve diventare quella straordinaria occasione di forte rilancio del made in Italy ma soprattutto di sostegno in termini di reddito alle imprese agricole." Coldiretti - è stato fortemente ribadito - crede nei 4 pilastri della ripartenza qualità, aggregazione, digitalizzazione e sburocratizzazione. Così come crede nel modello agricolo dell'integrazione e cioè la capacità del fare rete tra comparti che possono vicendevolmente sostenersi. È quanto ha tenuto in piedi settori fortemente colpiti come quello olivicolo, vitivinicolo, del florovivaismo, zootecnia, cerealicolo e agriturismo dove sono state registrate perdite significative. L'imprenditore agricolo sa oggi, ma in verità non soltanto da oggi, quanto centrale sia la formazione nello sviluppo dell'impresa, proprio come lo è la digitalizzazione che per noi è un concreto sostegno nel percorso della semplificazione. "Non è soltanto per noi ma è soprattutto per tenere in salute la società che - ha evidenziato il presidente regionale Albano Agabiti - crediamo nell'agricoltura in cima alla piramide dei cambiamenti che i tempi impongono. Suggeriscono la tutela innanzitutto della sovranità alimentare con il Made in Italy e i territori nel ruolo di protagonisti". I rappresentanti umbri,  condividendo le riflessioni dell'assessore regionale all'Agricoltura Roberto Morroni che ha partecipato e che ha portato il suo contributo, hanno sottolineato come il brand Umbria continui a rappresentare la scommessa in cui credere per le potenzialità concrete che esprime. "È sempre più forte la richiesta di autenticità ma noi possiamo dire che è sempre più forte la domanda di verità e l'Umbria ne è la migliore risposta".