5 Maggio 2016
COLDIRETTI UMBRIA, GIORNATA NAZIONALE CARNE: TUTELARE LA FILIERA ITALIANA

Occorre tutelare la filiera italiana della carne che crea occupazione, produce ricchezza e presidia il territorio delle nostre regioni, ma garantisce anche qualità e sicurezza alimentare grazie al sistema di controlli realizzato dalla rete di veterinari più estesa d’Europa. È quanto afferma il presidente della Coldiretti Umbria Albano Agabiti, presente al Centro Congressi del Lingotto di Torino alla Giornata nazionale della Carne italiana con migliaia di allevatori e consumatori insieme ad operatori dell’industria, del commercio, della ristorazione, del turismo e del mondo scientifico, ma anche cuochi e gourmet. Oggi - denuncia Coldiretti - viene dall’estero il 40% della carne bovina consumata in Italia e il 35% di quella di maiale mentre le importazioni sono marginali per la carne di pollo/tacchino. Gli arrivi da Paesi comunitari ed extracomunitari di carne a basso prezzo senza il valore aggiunto di sicurezza e sostenibilità garantiti dall’italianità provoca la chiusura delle stalle, impoverisce le attività di trasformazione e distribuzione ad esse legate e fa venir meno il presidio ambientale e di legalità di interi territori. Le carni nazionali sono - sottolinea Coldiretti - più sane, perché magre, non trattate con ormoni (a differenza di quelle americane) e ottenute nel rispetto di rigidi disciplinari di produzione “Dop” che assicurano il benessere e la qualità dell’alimentazione degli animali. L’impegno degli allevatori italiani per la salvaguardia della qualità, della biodiversità e dell’ambiente è confermato dall’azione di recupero delle razze bovine italiane storiche da carne. La razza piemontese è la più diffusa e può contare su ben 240mila capi mentre sono 52mila quelli di razza marchigiana, 43mila di chianina, 13mila romagnola, 10mila maremmana e 30mila podolica per un totale di circa 388mila animali allevati.  Proprio per sostenere gli allevamenti locali con il proprio patrimonio di biodiversità, di sicurezza alimentare e di valori nutrizionali e genetici, unici ed esclusivi, è fondamentale anche il ruolo dell’Associazione Regionale Allevatori - sottolinea il presidente Luca Panichi - nel ricordare l’importanza di garantire sempre più efficaci servizi tecnici e formativi agli allevatori, con l’ARA che controlla con regolarità oltre 800 allevamenti di bovini da carne e da latte, ovicaprini, equini e suini iscritti ai Libri Genealogici e quindi di elevato pregio, oltre ad altri 400 allevamenti monitorati per il benessere animale. Quello zootecnico rappresenta un settore chiave del Made in Umbria agroalimentare, che vale da solo circa 250 milioni di euro, oltre il 40% della Produzione Lorda Vendibile agricola regionale. In Umbria secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat, sono oltre 2600 le aziende dedite all’allevamento di bovini con oltre 60 mila capi e circa 800 le aziende suinicole con oltre 180 mila capi. Occorre - conclude il presidente regionale Coldiretti Agabiti - restituire una nuova centralità anche alla zootecnia umbra che rappresenta il comparto traino per l’agricoltura, attraverso mirati progetti di filiera, una convinta valorizzazione del prodotto locale a cominciare dalla chianina, in primis a livello territoriale, per consentire agli allevatori di ottenere un giusto riconoscimento per il prezioso lavoro svolto e contribuire a invertire quella tendenza che ha fatto scendere in media a 85 grammi al giorno, ben al di sotto del limite dei 100 grammi al giorno fissato dai più accreditati istituti di ricerca, le quantità di carne portate in tavola dagli italiani.