1 Dicembre 2015
OGGI A PERUGIA IL CONVEGNO “LA VITICOLTURA UMBRA, TRA INNOVAZIONE E NUOVE NORMATIVE”

“La viticoltura umbra, tra innovazione e nuove normative”: questo il titolo del Convegno organizzato oggi dalla Coldiretti Umbria a Perugia, per approfondire alcune delle principali tematiche e sfide che attendono il settore nel prossimo futuro.
Nel corso dell’iniziativa, Domenico Bosco, Responsabile Nazionale Ufficio Vitivinicolo Coldiretti, ha illustrato le novità normative più rilevanti per il settore, a cominciare da quelle previste nel Testo Unico sul vino, che punta, tra l’altro, a tagliare del 50 per cento il tempo dedicato dalle imprese alla burocrazia. Un testo che raccoglie molte delle proposte Coldiretti - ha spiegato Bosco - e che permette di ridurre gli oneri economici delle aziende senza abbassare la soglia di garanzia qualitativa delle produzioni. Lo stesso Registro Unico dei controlli - ha aggiunto Bosco - consente di evitare duplicazioni nelle verifiche da parte dei vari Enti preposti, avvalendosi anche del passaggio ad una completa dematerializzazione dei registri di cantina. Tra le altre novità illustrate, quella che riguarda il nuovo sistema di autorizzazione all’impianto di superfici vitate, che, in vigore dal 1 gennaio 2016, costituirà il nuovo riferimento normativo per gli imprenditori, prevedendo anche un potenziale incremento annuo di superficie a livello nazionale di circa 6.500 ettari.
Enzo Gilli del CAA Nazionale Coldiretti ha ricordato la centralità e l’importanza del fascicolo aziendale, aggiornato dai Centri di Assistenza Agricoli, sia per le sue connessioni nella presentazione delle varie domande di contributo, quali Domanda Unica e PSR, sia per le dichiarazioni vitivinicole obbligatorie, che per le richieste di aiuto/pagamento OCM Vino. Inoltre Gilli ha illustrato l’importante servizio di assistenza alle aziende messo in campo da parte del CAA Coldiretti su svariati aspetti del comparto (conformità delle etichette, quesiti in materia vitivinicola, bozze per memorie difensive, ecc..), per far si che le imprese restino sempre al passo con l’evoluzione del settore vitivinicolo. Attività che si aggiungono ad altre, come quella di tenuta dei registri di cantina informatizzati o il servizio per adempiere agli obblighi della telematizzazione delle accise.
Alberto Palliotti del Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Università di Perugia, ha rimarcato come il cambiamento climatico in atto associato all’ormai inderogabile controllo dell’impronta del carbonio, dell’acqua e del suolo sta spingendo l’agricoltura, in generale, e la viticoltura, in particolare, verso una sostenibilità, ambientale ed economica, non più procrastinabile. L’attento monitoraggio dei comprensori viticoli attraverso pratiche di remote sensing (viticoltura di precisione) nonché l’applicazione di tecniche innovative di difesa e di gestione del vigneto consente oggi di acquisire una debita sostenibilità attraverso il contenimento degli input energetici esterni; di assicurare un maggior valore aggiunto alle produzioni enologiche regionali e aumentare il rispetto verso i territori di produzione e le popolazioni ivi residenti.
Ciro Becchetti, Coordinatore Ambito Agricoltura Cultura e Turismo Regione Umbria,
ha sostenuto come dopo il Progetto speciale per la vitivinicoltura, l’Umbria abbia raggiunto successi indiscutibili in termini di maggiore conoscenza e reputazione. Il ritorno della fiducia innescato dal Progetto tre anni fa - ha aggiunto Becchetti - deve essere portato a maturazione con la realizzazione di una nuova fase di innovazione che poggi le basi sulla condivisione di un posizionamento e di una promozione condivisa, così come di una organizzazione di servizi che pur basandosi sulla volontarietà, costruisca le economie di scala necessarie a far compiere un ulteriore salto di qualità al vino umbro. Spetta innanzitutto agli operatori - ha concluso - costruire questa condivisione di prospettive attorno ad un progetto sostenibile.
Il settore vitivinicolo rappresenta al meglio la qualità delle produzioni agricole della nostra regione - ha sottolineato il Presidente Coldiretti Umbria Albano Agabiti - che debbono essere sempre più valorizzate, a cominciare da una forte promozione unitaria e integrata sui mercati internazionali. A fronte di un incremento della concorrenza, gli strumenti per competere restano il territorio, l’appeal per il prodotto locale e la qualità. Un comparto importante - ha aggiunto Agabiti - che per ogni grappolo di uva raccolta, attiva ben diciotto settori di lavoro, dall’industria di trasformazione al commercio, dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per tappi, ecc.. . Oltre a ottimizzare la gestione delle superfici vitate e utilizzare con efficienza le risorse europee - ha concluso - è sempre più necessario programmare le produzioni in funzione delle esigenze reali del mercato, per evitare crisi di giacenza e quindi di prodotto invenduto.
In Umbria, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat, la superficie vitata ammonta circa a 13.000 ettari, con oltre 11.000 aziende (dimensione media di poco superiore all’ettaro) e si produce circa l’1% del vino italiano. Nel 2014 la produzione si è attestata su 475.000 ettolitri (di cui 239.000 IGP e 188.000 DOP). Le esportazioni di vino umbro all’estero hanno superato nel 2014 la quota di 28 milioni di euro, con un aumento del 6 per cento in valore nel primo semestre 2015 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (elaborazioni Coldiretti su dati Istat commercio estero).