3 Dicembre 2025
COLDIRETTI UMBRIA, RAPPORTO QUALIVITA: IL CIBO DI QUALITÀ UMBRO VALE 116 MILIONI DI EURO. DDL su reati agroalimentari passo storico a difesa della filiera e delle eccellenze

Il cibo di qualità ha generato nel 2024 in Umbria 116 milioni di euro di valore economico tra comparto cibo e vino. È quanto emerge dai dati contenuti nel nuovo Rapporto Ismea-Qualivita 2025 sulle produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane Dop, Igp e Stg, rielaborati da Coldiretti Umbria. Come si evince dal Rapporto - spiega Coldiretti - l’Umbria conta 32 prodotti DOP IGP dei comparti cibo (11) e vino (21). Le certificazioni del cibo valgono per l’Umbria 42 milioni di euro, mentre le denominazioni del comparto vino, 74 milioni di euro di valore economico. L’Umbria - aggiunge Coldiretti - si piazza al quindicesimo posto nella classifica, guidata dal Veneto, per impatto per regione del valore Dop Economy 2024. 3.271 gli operatori umbri DOP e IGP: 1.983 nel comparto cibo e 1.288 per il comparto vino. Oltre all’eccellenza dei vini umbri - riferisce Coldiretti - tra le denominazioni principali del “comparto cibo” il Prosciutto di Norcia IGP, il Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP e l’Olio DOP Umbria. L’attenzione verso l’alimentazione è sempre più diffusa e le certificazioni rappresentano una garanzia in più per i consumatori - spiega Coldiretti Umbria. In un mercato sempre più globale, dando per acquisita la ricerca della qualità e il miglioramento continuo, distinguersi ed essere riconoscibili diventa un valore aggiunto. Questi prodotti costituiscono un contributo fondamentale per arricchire lo straordinario patrimonio enogastronomico del Paese segnato da distintività e biodiversità. Ma i successi della Dop Economy non sono esenti da minacce: in quest’ambito il disegno di legge sui reati agroalimentari approvato, senza voti contrari, proprio nei giorni scorsi dal Senato, rappresenta un passo storico per la protezione delle eccellenze di una filiera agroalimentare allargata che ha raggiunto il valore di 707 miliardi di euro e che vede nella Dop Economy la sua punta d’eccellenza. Un ddl atteso da dieci anni, che riprende le proposte della cosiddetta “Legge Caselli” da sempre sostenuta da Coldiretti grazie al lavoro dell’Osservatorio Agromafie. L’auspicio è ora che il provvedimento possa essere velocemente approvato anche dalla Camera. L’aggiornamento del codice penale con un capo dedicato ai delitti contro il patrimonio agroalimentare rappresenta un progresso fondamentale per contrastare efficacemente le frodi nella filiera alimentare - rileva Coldiretti. Questa riforma mira a tutelare in particolare le denominazioni di origine Dop e Igp che hanno raggiunto un valore di quasi 21 miliardi di euro secondo il XXIII Rapporto Ismea-Qualivita. Con l’introduzione del reato di agropirateria si riconosce inoltre finalmente la pericolosità criminale delle attività fraudolente organizzate e reiterate. Soddisfazione anche per la nuova disciplina che rafforza le sanzioni amministrative per chi viola le norme su etichettatura, origine, ingredienti e denominazioni. Una battaglia che vede da sempre Coldiretti schierata in prima fila per il riconoscimento dell’origine su tutti i prodotti europei e a contrasto di un italian sounding oggi consentito dal codice doganale che permette attraverso l’ultima trasformazione di far diventare un prodotto straniero magicamente made in Italy.